{"id":75540,"date":"2024-09-18T19:00:30","date_gmt":"2024-09-18T17:00:30","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=75540"},"modified":"2024-09-18T10:28:04","modified_gmt":"2024-09-18T08:28:04","slug":"luisa-albertini-giorno-per-giorno-segni-forme-colori","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/luisa-albertini-giorno-per-giorno-segni-forme-colori\/","title":{"rendered":"“Luisa Albertini.Giorno per giorno. Segni Forme Colori\u201d"},"content":{"rendered":"

\"\"Tremezzina – Villa Carlotta rende omaggio all’artista Luisa Albertini<\/strong> con la mostra “Giorno per giorno. Segni Forme Colori\u201d<\/em>, in apertura dal 21 settembre. Artista poliedrica e protagonista di rilievo del panorama culturale lariano nel corso della sua lunga attivit\u00e0 ha sperimentato diverse tecniche, tutte ben rappresentate dalla selezione di opere esposte. <\/span><\/p>\n

\u00a0 Al centro della mostra, curata da <\/span>Elena Di Raddo<\/span>, <\/span>Darko Pandakovic <\/span>e <\/span>Maria Angela Previtera<\/span>, ci sono gli <\/span>arazzi e i gioielli disegnati<\/span> e realizzati dell\u2019artista comasca tra <\/span>gli anni \u201860 e gli anni \u201880 del secolo scorso<\/span>, affiancati da <\/span>alcuni esemplari<\/span> di <\/span>smalti su rame, legni dipinti, acrilici su tela<\/span>. <\/span><\/p>\n

Oltre <\/span>cinquanta opere alle qualii se ne aggiungono altre sessanta fra disegni preparatori e schizzi<\/span>. Ciascuno dei <\/span>nove spazi, scanditi nella Galleria di Villa Carlotta<\/span>, accoglie opere tra loro affini per forme, colori, espressivit\u00e0 prevalenti, suggerendo una sequenza, un tono in cui il visitatore pu\u00f2 ritrovare collegamenti, ricerca di senso, livello di concentrazione ed emozione. L\u2019idea si esprime a diverse scale grafiche: alcuni piccoli disegni, come un seme, contengono lo sviluppo del grande arazzo esposto. <\/span>Forme e colori incontenibili, che nascono dalla fascinazione di Luisa Albertini per il mondo del simbolico, dell\u2019originario e delle antiche civilt\u00e0 primitive.\u00a0 <\/span>I soggetti delle opere rivelano suggestioni tratte dai suoi numerosi interessi, sia della storia dell\u2019arte sia dell\u2019artigianato e della cultura popolare. <\/span><\/p>\n

\"\"L\u2019immaginazione e il sogno, le forze oscure e misteriose della realt\u00e0 sono ambiti per lei estremamente importanti, da interpretare nell\u2019arte ma anche da studiare attraverso le letture di Carl Gustav Jung, Claude L\u00e9vi-Strauss, Georges Poulet, Erich Fromm. Gli \u201carazzi\u201d, come li definisce la stessa artista, non sono in realt\u00e0 lavori basati su trama e ordito, ma intarsi, quindi assemblaggi di materiali tessili (canapa, lino, juta, cotone o panno).<\/span><\/p>\n

\"\"L\u2019aspetto volutamente grezzo, in particolare nei primi lavori, prevede l\u2019utilizzo di pezzi di stoffa uniti insieme in modo tale da lasciare palesemente in vista le cuciture, affidando l\u2019armonia dell\u2019effetto complessivo alle forme curvilinee e soprattutto ai colori sgargianti, ma perfettamente equilibrati nelle tonalit\u00e0. <\/span><\/p>\n

Nei soggetti, oltre all\u2019Africa, Albertini guarda ai popoli dell\u2019America Latina, certamente a quello azteco, ma pi\u00f9 in generale alle antiche civilt\u00e0 indigene del Sudamerica, dal Per\u00f9 all\u2019Amazzonia, che nei loro tessuti per l\u2019abbigliamento (tejidos e ponchos) hanno rielaborato gli originari motivi tratti dalla tradizione, ancora visibili sui reperti archeologici, in varianti zoomorfe, antropomorfe o astratte. Simboli apotropaici, forme semplificate di animali e vegetali, anche negli arazzi apparentemente solari, simboleggiano le paure e la forza prorompente della natura, che vengono mischiati sincreticamente, come faceva Paul Gauguin, a simboli religiosi e culturali occidentali.<\/span><\/p>\n

\"\"Protagonista assoluto del suo immaginario \u00e8 per\u00f2 la creatura umana,<\/em> uomo e donna, disegnata con una linea piatta, e sintetizzata nelle teste, frontali e pi\u00f9 spesso di profilo, da cui partono direttamente le braccia e le mani, come nelle opere metamorfiche di Pablo Picasso. Questi stessi motivi vengono interpretati anche nei <\/span>gioielli, realizzati in materiali poveri, ma artigianalmente trattati con perizia per risaltarne la texture e il colore<\/span>: <\/span>rame smaltato, argento, alpacca, ottone argentato<\/span>. Il mondo degli archetipi junghiani, la magia dei simboli astrali, dell\u2019astrologia e degli idoli, delle maschere e dei feticci primitivi sono indubbiamente quello in cui nascono le \u201ccreature\u201d, le figure di cui sono popolati gli arazzi, i gioielli e in seguito la pittura di Luisa Albertini. <\/span>Creature con cui Luisa conviveva nel suo studio, a cui dava vita e che chiamava persino per nome.<\/span><\/p>\n

“Luisa Albertini. Giorno per giorno. Segni Forme Colori\u201d sar\u00e0 inaugurata il 21 settembre alle 11.30. La mostra poi sar\u00e0 visitabile sino <\/em>l’8 dicembre\u00a0 nei seguenti orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. <\/span>La visita all’esposizione \u00e8 compresa nel biglietto d\u2019ingresso a Villa Carlotta.<\/span><\/p>\n

Cenni Biografici<\/strong><\/p>\n

\"\"Luisa Albertini<\/span> <\/strong>nasce a Como nel 1918. La sua lunga attivit\u00e0 artistica, tra gli anni Trenta del Novecento e i primi del Duemila, incrocia numerose tecniche. Le prime opere sono studi \u2012 ritratti e disegni dal vero \u2012 e lavori grafici. Nel 1951 presenta alla IX Triennale terrecotte smaltate. Nel 1955 Mario Radice commenta in modo lusinghiero una serie di suoi acquerelli in mostra a Como. Nel 1959 alla Galleria Barbaroux di Milano espone opere a smalto su rame e bronzo, tecnica che usa anche per produrre oggetti domestici. Il momento centrale della sua vita artistica \u00e8 tra gli anni Settanta e gli anni Novanta: realizza arazzi, legni dipinti, sculture in metallo e gioielli. Numerose le sue personali: alle gallerie La Colonna, Libera Parini, Atrio di Como, alla Mosaico di Chiasso, a Il Gabbiano di La Spezia e Ferrari di Brescia. Esegue anche una serie di acqueforti e acquetinte. Nell\u2019ultima fase della sua attivit\u00e0 si dedica alla pittura su tela e su tavola, tema della personale comasca del 2003. Nel 2016 sue opere sono esposte alla Triennale di Milano nella rassegna <\/span>W. Women in Italian Design <\/span>e nel 2022, a Como, in <\/span>Astratte. Donne e astrazione in Italia 1930-2000<\/span>. Scompare a Como nel 2018. <\/span><\/p>\n

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