{"id":76073,"date":"2024-11-14T20:00:39","date_gmt":"2024-11-14T19:00:39","guid":{"rendered":"https:\/\/www.artevarese.com\/?p=76073"},"modified":"2024-11-14T19:02:00","modified_gmt":"2024-11-14T18:02:00","slug":"malie-di-smalto-e-terra-carolein-smit-a-milano","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.artevarese.com\/malie-di-smalto-e-terra-carolein-smit-a-milano\/","title":{"rendered":"\u201cMalie di smalto e terra\u201d Carolein Smit a Milano"},"content":{"rendered":"
Milano – Venti opere interamente realizzate in argilla bianca compongono la prima personale di Carolein Smit in Italia intitolata \u201cMalie di smalto e terra\u201d in apertura dal 28 novembre alla galleria Carlocinque (inaugurazione alle 18,30).<\/p>\n
Esposti gli ultimi anni di produzione dell\u2019artista olandese il cui lavoro si distingue oltre che per una tecnica raffinata, per un\u2019estetica che danza tra il sublime e il grottesco.<\/p>\n
Smit si ispira a una ceramica di tradizione europea che affonda le radici nelle celebri manifatture di Sevr\u00e8s, Meissen e Nymphenburg. Queste fabbriche, nate nel XVIII secolo, hanno contribuito a definire l\u2019estetica della porcellana europea attraverso una combinazione di decorazioni sofisticate e una meticolosa attenzione ai dettagli. Ceramiche destinate a un\u2019\u00e9lite, esemplari di bellezza e opulenza, in cui l\u2019estetica raffinata si fondeva con un simbolismo profondo legato alla religione e allo status sociale.<\/p>\n
Il suo processo creativo \u00e8 intimamente connesso a questa estetica e tradizione. L\u2019artista affronta l\u2019argilla come un\u00a0\u201cdisegno tridimensionale\u201d, lavorando ogni dettaglio con una precisione quasi ossessiva. Usa fili sottilissimi di argilla per creare texture intricate, dalle piume alle lacrime, fino al singolo pelo, che applica meticolosamente uno per uno.\u00a0Questa scelta tecnica riflette non solo il passato di Smit come illustratrice, ma anche un profondo rispetto per l’artigianato e la ritualit\u00e0 del fare artistico. Il suo processo di applicazione ripetitiva \u00e8 simile a un rito, un\u2019azione meditativa che trascende la semplice manualit\u00e0.<\/p>\n
Smit concepisce ogni scultura come un\u2019entit\u00e0 autonoma, destinata a esistere indipendentemente dall\u2019artista stesso, se osservate da vicino, le superfici sembrano costruire un\u2019immagine disegnata nello spazio, trasformando ogni figura in un’opera che cattura lo sguardo e invita l’osservatore a perdersi nei dettagli. Gli animali, cos\u00ec spesso presenti nel suo immaginario, assumono un\u2019aura che va oltre il loro aspetto: sono creature vulnerabili e allo stesso tempo portatrici di un segreto. I “Bloedhonden” , con i loro occhi malinconici e i corpi segnati, sembrano volerci parlare di una verit\u00e0 che si nasconde dietro gli smalti lucidi.<\/p>\n
L’artista riprende questa tradizione non solo per il valore estetico, ma per il potere simbolico che essa veicola: l\u2019oro e gli smalti pregiati diventano strumenti per riflettere sul concetto di vanitas e sull\u2019impermanenza dei beni materiali, suggerendo un dialogo costante tra opulenza e caducit\u00e0, tra vita e morte, evocando la precariet\u00e0 dell\u2019esistenza umana e la fragilit\u00e0 di ogni aspirazione terrena. Non si limita a richiamare una ceramica di tradizione classica, ma la reinventa, trasformando l\u2019argilla in una superficie viva.<\/p>\n
La sua \u00e8 una voce unica e potente nel panorama della ceramica contemporanea, i suoi lavori sono presenti nelle collezioni permanenti del Victoria and Albert Museum di Londra e sono stati esposti in importanti istituzioni quali il Kunsthal di Rotterdam e il Mus\u00e8e de la chasse et de la nature di Parigi.<\/p>\n
La mostra sar\u00e0 visitabile sino al 14 marzo. Giorni e orari: marted\u00ec, mercoled\u00ec, venerd\u00ec, sabato e domenica 9.30-19.30; gioved\u00ec 9.30 \u2013 22.30.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"
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