"Zahir e la rosa", è il titolo dato da Roberto Goldoni alla sua personale in corso presso Rossosegnale 3001 Lab a Milano e prende ispirazione da un racconto contenuto dell' Aleph di Borges, dove Zahir è una moneta capace di portare tanto alla pazzia quanto alla santità.
A sostenere tale scelta concorre un ansimante testo, letto il quale e viste le opere si comprende come, un conto è stabilire una teoria sulla quale lavorare, e un conto è che questa trovi corrispondenza in pratica.
Nello specifico l'idea di partenza non ha nulla a che fare con le opere in mostra.
Purtroppo, da qualche tempo e con troppa frequenza, si affida ai testi critici la funzione di sorreggere e enfatizzare teorie ciò che poi in realtà non appaiono.
La pittura di Roberto Goldoni (Mantova 1971) vive e lavora a Castel San Giovanni (PC), nel sovrapporsi continuo di toni e colori, ai fini di creare cadenze spaziali atte a rendere cadenzati e indefiniti volumi e spazi, non propone nulla di nuovo, strizza l'occhio a una certa tendenza di mercato, il cui scopo è "spingere" una astrazione da arredamento, scontata e ripetitiva a soli fini commerciali.
Per completezza d'informazione va aggiunto che Roberto Goldoni, dopo il Liceo Scientifico si è iscritto all'Accademia di Brera concludendo gli studi nel '95 con una tesi su Alberto Burri con relatori Giacomo Agosti e Piero Quaglino.
Come non è sufficiente una laurea il lettere per definirsi poeti, così non è sufficiente avere frequentato una accademia d'arte per essere artisti.
Roberto Goldoni – "Zahir e la rosa"
Milano – Rossosegnale 3001 Lab, Via A: Sacchini 18
Fino al 3 aprile
Orario:da martedì a giovedì 17,30-19,30